martedì 4 settembre 2012

Artropodi nell'ambra dal Triassico

Fino ad oggi il più antico ritrovamento di artropodi in ambra risaliva a 130 milioni di anni fa.
Ma i ricercatori dell'Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr e dell’Università di Padova in collaborazione con l’Università di Göttingen e con il Museo di Storia Naturale di New York hanno descritto su Pnas il ritrovamento di esemplari di 230 milioni di anni.

I campioni del tardo Triassico sono stati raccolti nelle Dolomiti e tra le settantamila gocce d'ambra vi sono un dittero e due acari.



Il dittero appartiene al sottordine Nematocera, mentre gli acari Triasacarus fedelei (in onore del cortinese Paolo Fedele che nel 1997 ha segnalato il giacimento) e Ampezzoa triassica appartengono alla superfamiglia Eriophyoidea.

L'alimentazione degli acari fossili può aver contribuito alla formazione delle gocce d'ambra,ma l'abbondanza di ambra nel Carnico (ca. 230 Ma) a livello globale è anomala per il pre-Cretaceo e può, in alternativa, essere correlata al paleoclima.

Purtroppo il dittero non può essere identificato perché, al di fuori delle antenne dell'insetto, le altre parti del corpo non sono ben conservate.

Grazie al loro adattamento ambientale questi artropodi sono riusciti a superare le grandi estinzioni al termine del Cretaceo (65 milioni di anni fa). Tenendo conto che nel Permiano (252 milioni di anni fa) si sono estinte il 96% di tutte le specie marine e il 70% di quelle dei vertebrati terrestri, grazie a questo studio si nota come nel Triassico (230 milioni di anni fa) esistevano organismi animali persistenti anche a cambiamenti enormi".

Gli ulteriori campionamenti degli artropodi in ambra del Carnico sono promettenti e avranno profonde implicazioni per comprendere l'evoluzione degli organismi terrestri dei phylum più diversi.

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