domenica 10 novembre 2013

Istrice, licenza di uccidere


Recentemente sulla rivista Mammalia è stato descritto in dettaglio il comportamento di difesa dell'istrice (Hystrix cristata Linnaeus, 1758), specie che molti in Italia conoscono e che molti altri purtroppo confondono con il riccio (Erinaceus sp.).

Per quanto sia una specie ampiamente diffusa e ben visibile l'utilizzo dell'armatura di aculei, la più complessa tra i mammiferi, non era mai stato descritto prima d'ora. 

In questo studio i ricercatori (tra cui il sottoscritto) hanno osservato questo roditore notturno difendersi dagli attacchi dei cani da caccia, volpi e tassi. Attacchi letali sono stati sferzati anche ai danni di volpi e tassi nella stessa area di studio.
Un attacco fisico diretto comporta una spesa energetica enorme per l'istrice, dunque la difesa è spesso limitata al suono intimidatorio degli aculei a campana localizzati sulla coda (similmente a quanto fa il serpente a sonagli).
Predatori esperti o adulti non si avvicinano, i giovani invece possono continuare l'attacco ed è a quel punto che l'istrice utilizza la sua arma, alcune volte con esiti fatali per gli aggressori.

Quattro display sono stati identificati: il suono emesso dagli aculei che sembra essere sufficiente per respingere i predatori solitari, mentre attacchi laterali e dorsali sono effettuati solo in situazioni estreme o in condizioni di disparità numerica tra i potenziali prede e predatori.

Inoltre viene sottolineato che, anche se le credenze popolari attribuiscono all'istrice la capacità di sparare aculei contro eventuali nemici, gli aculei vengono rilasciati solo per contatto o cadono quando l'animale scuote il suo corpo.


Credits:

 Image 1: © Hans Hillewaert

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